Presentazioni

Sento il desiderio, caro lettore, di introdurre a mia volta questo lavoro con qualche riflessione, che aiuti a condividere il senso del percorso compiuto durante questo laboratorio di Storia.

‘Cambiare lenti’ nel modo di osservare la realtà: ecco l’obiettivo principale che il laboratorio si proponeva. Ciascuno ha potuto sperimentare che la storia è vicina e che egli stesso ne è parte, ha potuto scoprire che siamo immersi nei segni del passato, che la realtà che ci circonda è una mappa: un insieme di tracce per ritrovare il filo del tempo trascorso.
Così il castello di Bellaguarda insieme a tutto l’ambiente in cui è inserito, le emergenze architettoniche, ma anche i segni apparentemente meno vistosi (come i terrazzamenti), concorrono ‘a ritrovare il passo comune’. E poi, accanto a questi segni visibili nella quotidianità, altre guide sicure giacciono nascoste negli archivi: i documenti sono tracce preziose per ritrovare le radici profonde.

La riscoperta dell’ambiente vissuto (qui soprattutto il castello di Bellaguarda e il suo contesto) e la scoperta degli archivi sono stati una piacevole sorpresa: l’auspicio a cui mirava il laboratorio era che esso costituisse una esperienza significativa, tale da lasciare un segno duraturo di qualcosa di bello, fatto insieme.

Così ci siamo divertiti, abbiamo cantato la consapevolezza di essere parte della storia; abbiamo danzato la fortuna di avere ‘in casa’ l’importante traccia–castello di Bellaguarda, abbiamo percepito il gusto di "una scoperta che lascia a bocca aperta" (leggi il testo della canzone nelle Conclusioni).

È stato serio il lavoro per ricostruire un pezzetto della storia di Bellaguarda, focalizzando l’attenzione soprattutto sui secoli centrali del medioevo (secc. XII–XIII). Ciò è avvenuto stabilendo un contatto diretto con le fonti (mentre abbiamo messo tra parentesi le pur amate leggende). Alcune delle fonti storiche ricercate e ritrovate sono state interrogate e interpretate.
Ora viene offerto il frutto di questo impegno, condotto con metodologia rigorosa (ci perdonerà il lettore più specialista per qualche eccesso di schematizzazione che si è reso necessario). E insieme ai testi sono qui presentati anche i disegni realizzati dai ragazzi.

Dunque, caro lettore, non aspettarti la storia "completa" del castello; qui troverai ‘uno scavo’ su un periodo storico attraversato da questo edificio. Il lavoro che qui leggerai ha richiesto molta fatica: studio, riflessione, comparazione, attenta analisi delle fonti (capitoli II e III). Troverai anche una preliminare e ampia riflessione sulle fonti e sul modo di ‘fare’ la storia (capitolo I). Il lavoro condotto sul castello di Bellaguarda è così divenuto una esperienza di metodo per approcciare la Storia: un guadagno utile per i futuri anni scolastici e anche – lo spero – per la vita.

La gioia più bella è stata per me ascoltare i ragazzi intonare convinti ed impegnati: "Ma che bella la storia!", in un canto di coro che è espressione di un tenace ma lieto lavoro di gruppo.
Gusta anche tu ora, caro lettore, l’eco dell’allegria di un bel gruppo di ragazzi pronti ad andare al castello di Bellaguarda per fare la merenda nel prato e per rivedere ("ora che capiamo meglio") le mura del castello …
Buona lettura!

Rita Pezzola

tutor del laboratorio


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