Capitolo III.
Conosciamo una importante fonte scritta per la storia di Tovo e del suo castello

Caro lettore

Ora che sappiamo che cos’è una fonte storica, ora che abbiamo ben imparato cos’è una pergamena, come si fabbricava, chi la scriveva, siamo pronti per leggere un documento vero, che parla proprio dei nostri paesi!

Durante il laboratorio abbiamo avuto una occasione speciale: insieme, abbiamo osservato con cura la foto in dimensioni reali di un documento che riguarda proprio il nostro territorio.
E poi, in un gioco a squadre divertente, siamo anche riusciti a leggere alcune parole!


disegno di una fonte scritta 1

Questo documento si trova all’Archivio di Stato di Sondrio, che è un archivio molto importante. È il documento più antico dell’archivio della famiglia Visconti Venosta.

Il documento è scritto su una pergamena e risale all’anno 1226, e per l’esattezza la data precisa è il 30 aprile 1226.
È scritto in Latino con la scrittura tipica dei notai (che ormai conosciamo bene) che è la corsiva notarile.


disegno di una fonte scritta 2

Il documento inizia così: «In nomine Domini omnipotentis», che significa «Nel nome di Dio onnipotente». E nel medioevo quasi tutti i documenti iniziavano così o in modo simile.

Il documento parla di quando morì un signore molto importante che si chiamava Gabardo Venosta. Tutti i suoi beni dovevano essere divisi tra i suoi figli.
Nel documento del 1226 che abbiamo letto c’era l’elenco di beni che erano passati in eredità a uno dei figli di Gabardo Venosta: Gabardo. Non hai letto male, caro lettore: il figlio si chiamava proprio come suo padre.
Questi beni consistevano in tre curtes: la curtis di Sparso (che è la frazione di Tovo che sorge ai piedi del castello), la curtis di Pedenale e quella di Nova.
Ma cos’è una curtis? Ci siamo subito chiesti…


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