Divenire comunità.
PARTA QUARTA – LE COMUNITÀ DI CONTRADA

I. La comunità composita

  1. La stratificazione comunitaria
  2. La pluralità delle formazioni locali di base: unità circoscrizionali, comunità di villaggio, vicinanze di prati, di alpi e di boschi
  3. La contrada nella normativa e nella pratica sociale: le relazioni interpersonali;
  4. – le responsabilità di tutela di minori, vedove e creditori;
  5. – il reciproco soccorso nel conflitto;
  6. – la circolazione delle informazioni;
  7. – la manutenzione del territorio e delle sue infrastrutture;
  8. – l’assicurazione di servizi di carattere materiale, sacramentale e assistenziale;
  9. – i beni indivisi e l’accesso alle risorse naturali
  10. La cristallizzazione istituzionale delle contrade: le regole non scritte;
  11. – gli statuti;
  12. – i meccanismi assembleari e decisionali
  13. Le contrade e le autorità sovra–locali
  14. La mediazione tra il singolo soggetto e il comune rurale: la rappresentanza di interessi particolari;
  15. – responsabilità fiscali, giudiziarie, privilegi;
  16. – la ripartizione delle cariche
  17. Il modello: il comune come sintesi di parti

II. Lo sviluppo tardo–medievale delle contrade

  1. L’articolazione del comune nel XV secolo
  2. Livigno: da consorzio di possessori a contrada semi–autonoma (XIII–XVI secolo)
  3. Grosio: lo sviluppo delle contrade nel breve periodo (fine del XV–inizi del XV secolo)
  4. Le rappresentazioni sociali delle comunità di vicinato e dell’identità residenziale
  5. Gli esiti dell’affermazione delle contrade: la genesi di nuovi comuni rurali;
  6. – i comuni labili federazioni di contrade
  7. La scelta dello sviluppo istituzionale come reazione all’esclusione politica e le sue condizioni:
  8. – il declassamento delle élites trecentesche e dei maggiorenti delle contrade;
  9. – polarità territoriali come polarità sociali
  10. Chiuro: la polarità di versante nella distribuzione della ricchezza e della popolazione,
  11. – e nel linguaggio documentario e urbanistico;
  12. – il ridimensionamento delle élites delle contrade;
  13. – la prevalenza politica del capoluogo
  14. Sondrio: la discriminazione politica delle contrade;
  15. – i divari di ricchezza;
  16. – le rappresentazioni scritte e architettoniche;
  17. – le élites delle contrade;
  18. – l’autonomia raggiunta da un’unità sub–comunale
  19. La salda unità comunale di Grosio: la distribuzione della ricchezza;
  20. – il territorio;
  21. – la mobilità, le pratiche relazionali e matrimoniali;
  22. – la cura d’anime e la carità;
  23. – le rappresentazioni;
  24. – la partecipazione politica

III. Un comune di contrade: Cosio

  1. La frammentazione del comune di Cosio
  2. I nobili del comune
  3. Il policentrismo insediativo nei funzionamenti e nelle rappresentazioni istituzionali (XIV secolo)
  4. Il costituirsi delle parentele e l’eminenza sociale nel Trecento
  5. La frattura quattrocentesca: rappresentazioni e funzionamenti di un comune policentrico
  6. L’eminenza sociale nel Quattrocento: ricchezza, cultura, committenza artistica, potere
  7. L’appannamento dell’identità parentale
  8. La rappresentazione gerarchica della comunità
  9. L’identità residenziale
  10. Le condizioni del successo della lealtà residenziale: le unioni matrimoniali;
  11. – il raggio dell’iniziativa economica;
  12. – la devozione e la carità;
  13. – la pratica assembleare;
  14. – le rappresentazioni
  15. Lo sviluppo della contrada di Sacco
  16. Le ragioni della coesione comunale:
  17. – la distribuzione della ricchezza;
  18. – la mobilità residenziale;
  19. – la geografia del possesso fondiario;
  20. – il commercio e il credito;
  21. – la partecipazione politica

IV. La contrada contro il comune: il Monte di Morbegno

  1. Il comune di Morbegno: il capoluogo e le contrade del Monte
  2. Gli abitanti del Monte nel comune all’inizio del Trecento: le relazioni sociali e il rilievo politico
  3. Lo sviluppo dell’autonomia della comunità del Monte:
  4. – la chiesa e la carità nel Trecento;
  5. – le risorse del territorio;
  6. – la chiesa e la carità nel Quattrocento
  7. L’organizzazione interna: i villaggi come unità costitutive della contrada del Monte
  8. Le condizioni del conflitto con il capoluogo (fine del XV–inizi del XVI secolo):
  9. – lo sviluppo demografico;
  10. – la frammentazione dell’identità parentela;
  11. – la valorizzazione dell’identità residenziale
  12. Il rapporto sfavorevole con il capoluogo: i livelli demografici;
  13. – l’emarginazione politica;
  14. – la subalternità economica e l’isolamento relazionale
  15. La reazione: la salvaguardia delle risorse locali;
  16. – l’autonomia parrocchiale;
  17. – il progetto dell’autonomia politica e della divisione delle responsabilità
  18. Le nuove condizioni politiche: la partecipazione alle cariche e la parziale autonomia finanziaria (prima metà del XVI secolo)
  19. I limiti della partecipazione effettiva e l’alternativa clientelare
  20. Un’eminenza sociale non esportabile: l’assenteismo dei maggiorenti del Monte nella commissione dei sindaci del comune

V. Riepilogo

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