Capitolo III.
Conosciamo una importante fonte scritta per la storia di Tovo e del suo castello

Lettura del documento

Ora che sappiamo cosa sono le curtes, possiamo tornare a leggere questo prezioso documento.

Leggendo il documento del 1226, riguardante la nostra zona e conservato presso l’archivio di Stato di Sondrio, abbiamo scoperto che anche il nostro territorio era organizzato con il sistema curtense.
Già a quel tempo esistevano alcuni nomi di paesi e luoghi che ci sono ancora oggi. Esistevano le curtes di Nova, di Sparso e di Pedenale che erano sotto il potere del signore Gabardino Venosta.
Nel documento sono anche elencati i canoni di affitto che dovevano essere pagati dai massari al signore. Grazie ad essi veniamo a conoscenza che nel territorio di queste curtes si coltivavano uva, castagne, noci e cereali e vi si producevano vino e olio, probabilmente dalle noci; vi si allevavano maiali, ovini e forse bovini, dalla lavorazione del latte si otteneva il formaggio, quello salato era il più pregiato.

Ecco qualche dettaglio in più che emerge dalla lettura del documento:

Territorio
Già a quel tempo la geografia della nostra zona era in buona parte disegnata: riconosciamo molti nomi di paesi e di luoghi.

Organizzazione politica ed economica
Il territorio era suddiviso e organizzato in diverse curtes. Le curtes di Nova, Sparso e Pedenale nel 1226 erano di Gabardino Venosta, che era il dominus, cioè il signore, di quelle terre.

Produzione e allevamento
Grazie ai canoni degli affitti pagati dai massari a Gabardine Venosta, veniamo a conoscenza che nel territorio delle curtes di Nova, Sparso e Pedenale erano prodotti:

Inoltre che erano allevati:

Vi era produzione di:


la torre del castello

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