Presentazione dell’opera

Il genere letterario

Il De bello et excidio è un poema epico: si tratta cioè di un componimento narrativo che intende celebrare le valorose gesta compiute dal popolo comasco nel contesto della guerra decennale: il popolo comasco vi appare infatti come portatore di valori quali il coraggio, la lealtà, la forza, la pietas

Il fatto storico risulta così parzialmente trasfigurato dall’intento encomiastico. Pertanto non ci dovremo rivolgere a questo racconto per un approfondimento circa le cause del contenzioso o per una individuazione dei piani strategici. Il racconto, anzi, appare caratterizzato dalla sommarietà delle coordinate storiche, entro un susseguirsi di azioni belliche, azioni individuali, colpi di mano che si dispiegano lungo l’arco arco cronologico dei dieci anni, nei vari contesti geografici ai quali si estesero le ostilità.

Nel contempo è ben riconoscibile nel testo epico la rappresentazione del pensiero, dei valori e delle abitudini della società aristocratica e guerriera di Como che è protagonista degli eventi narrati. E’ inequivocabile la ricchezza di dettagli addotti dall’opera: essa permette che gli stessi fatti d’arme narrati diventino un eccezionale strumento di lettura delle usanze e delle regole non scritte ma in vigore nei secoli centrali del Medioevo. Viene disegnata una mappa del territorio e documentata l’esistenza di castelli; sono mostrate le tecniche di guerra in uso, viene descritta la stessa forma delle navi …

Il linguaggio dell’epica è solenne, benché non manchino tratti grossolani nella trattazione stilistica dei fatti. Largo è l’impiego –come tipico del genere– di similitudini, cioè di paragoni tra personaggi e immagini forti che ne sottolineano un qualche aspetto di particolare valore. Ad esempio, l’eroe che si getta in battaglia è simile ad un «leone che si avventa sulla sua preda» [1].

Come nell’epica antica, così anche nel testo poetico comasco, ricorrono le similitudini e le espressioni usate per caratterizzare eroi e situazioni, tanto che si può parlare di uno stile formulare, cioè impastato di formule fisse (per esempio l’Isola Comacina è sempre «dannata») [2].

La stessa struttura del nostro testo ripropone l’impianto stereotipo dei poemi epici.

L’opera si apre con un proemio, o protasi (vv. 1–6), in cui l’autore espone brevemente l’argomento dell’opera, riprendendo il tema topico della veridicità del racconto:

Bellum quod gessit popolus cum gente superba
olim Cumanus scripturus sum, at prius apta
sunt quaedam supra libanda parum, memoranda
omnia plana magis quod sint cunctis et aperta.
Vera referre volo, quantum queo, falsa tacebo,
quaeque meis oculis vidi, potius reserabo.

(Questa è la narrazione della guerra che il popolo di Como
dovette affrontare contro nemici superbi.
Ma prima del racconto riferirò alcune notizie
non sufficientemente note eppure assai utili
perché quanto segue risulti più chiaro ed evidente.
Il mio dire è verace ed aborre la menzogna:
testimonierò di cose che i miei stessi occhi hanno veduto).



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note

[1] Per esempio, cfr. vv. 1412.

[2] Per esempio, cfr. vv. 24–25.