Questo brano è l’unico all’interno del poema in cui è protagonista una figura femminile: donna Gallizia.
L’immagine muliebre (quella di spose caste e devote), insieme a quella dei bambini e dei vecchi della città, anche se collocata per lo più sullo sfondo, connota certezza di valori e d’affetti. Il ruolo ‘femminile’ interviene anche quale motivante per una condotta misericordiosa e fa da tramite per un rapporto con Dio.
Talora alle donne, come nel coro di una tragedia greca, è affidato il ruolo di commentare dolorosamente, con i propri atteggiamenti, le vicende accorse all’esercito.
Accanto a Gallizia, sposa devota e amorosa madre, stanno i suoi fedeli concittadini comaschi, come sua scorta fino al castello di Domofole.
Il popolo comasco agisce dunque con virtuoso attaccamento alla patria e alla famiglia.
Sempre è caratterizzato da temperanza; non abusa della forza, affronta direttamente e con coraggio il pericolo; è custode e vettore di valori profondi quali l’amor patrio, il timore di Dio, la temperanza, la fedele e leale amicizia per i compagni.
Il gruppo di Gallizia annovera pure alcuni giovani scelti tra i cittadini comaschi.
I giovani della città di Como brillano per valori umani.
Il loro coraggior è coniugato al vigore e all’ardire proprio dell’età.
Altro protagonista indiscusso è Giordano Vicedomini, caro marito di Gallizia e reggitore del castello di Domofole.
Il Vicedomino appare connotato da atteggiamenti che lo qualificano come cittadino comasco integro e fedele alla patria.
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