Gallizia raggiunge il castello di Domofole

Il testo

De Bello Mediolanensium adversus Comenses, in Rerum Italicarum Scriptores (…), Mediolani, MDCCXXIII–MDCCLI, Ex typhographia societatis palatinae in regia curia, t. V, vv. 1400–1424, p. 443.

Instabat tempus quo vellet visere natos
foemina, quae coniux fuerat domini vice Cumis,
nomine quae domina fuerat Gallitia dicta,
Iordani domina domini fuerat vice coniux.
Optabat natos, carumque videre maritum,
tempore quo castrum Tellina in valle regebat,
nomine quod castrum dictum fuerat Domofoles.
Ducit et ipsa suos, qui dicunt esse fideles,
ad natos secuta, nec non castrum Domofolem
tunc discernuntur secum iuvenes ad eundum.
Arma cito capiunt validi, geminas ita scandunt
cancerasque citas, decet ut Dominam vice ducant.
Remos deducunt, statim loca pessima linquunt.
Linquitur insula, Bislatium, retinet Grabatonam,
Domaxum mittunt, Suregum nec non ita linquunt.
Olonii litus quos Abdua suscipit intus,
inde suam dominam deducunt ad Domofolem.
Quos vultu laeto Dominus Vice suscipit intro,
suscipit et caros et cara cum coniuge cives.
Postque dies paucos redeunt, veniunt Grabadonam;
inde revertentes et Bislatium repetentes,
hostibus insidias quo possint tendere pensant.
Undique per totum fulgebant sidera coelum,
perque lacum tendunt, simul et loca tecta requirunt,
usque fluunt Leucum.


(Venne un giorno in cui una donna sentì il bisogno di rivedere i suoi cari.
Era la consorte del Vicedomino di Como.
Giordano si chiamava quello, ed essa era nominata Gallizia.
Un intenso desiderio la spingeva a ricercare la sua prole e il caro marito, che in quel tempo reggeva, in Valtellina, il castello detto Domofole.
Si fece guida ella stessa –nella ricerca dei suoi cari– d’un drappello di fidi. Erano delle file della gioventù gli eletti come scorta nel viaggio verso Domofole.
Giovani pronti all’imbarco su due ganzare gemelle e veloci; giovani gagliardi disponibili a farsi degni accompagnatori della loro Vicedomina.
Ecco: impugnano i remi vogando con energia. Devono prestamente lasciare alle spalle le località pericolose. Stanno al largo dell’Isola [Comacina] e da Bellagio. Soltanto Gravedona è méta d’approdo per breve sosta. Poi via di nuovo, sorpassando Domaso e Sorico, fino a toccare il lido di Olonio, là dove sfocia il fiume Adda. Ora non sono distanti da Domofole, meta dell’accompagnamento della loro Signora.
Come s’illumina di gioia il volto del Vicedomino, quando li introduce nel castello: è grande letizia poter accogliere, con l’amata moglie, dei cari concittadini.
Il ritorno (dei giovani) si effettuerà dopo pochi giorni, con tappa che li riporta a Gravedona.
Poi, lasciato questo borgo, la direzione è quella di Bellagio, mentre si progettano possibilità e modi di tendere qualche agguato ai nemici.
Per tutto l’arco del firmamento splendevano le stelle. Ed essi, solcando il lago alla ricerca di un luogo protetto, si spingono fino a Lecco).


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