Anche Talamona ha la sua storia!

L’abbazia di San Pietro in Vallate

Dopo avere capito che Talamona nel Medioevo già esisteva, che aveva un castello, una cappella, dei mulini, delle case e che era circondata da selve di castagni, abbiamo anche capito che il nostro paese non era come un puntino isolato nel deserto. Infatti intorno a Talamona c’erano altri paesi, altri castelli, altre chiese …

Le nostre professoresse ci hanno detto che vicino a Talamona ancora oggi si possono visitare i resti di un’antica abbazia. È l’abbazia di Vallate. Abbiamo così deciso di andarci per fare una visita.

Leggete i nostri racconti e andate a vedere le foto della nostra gita!



L’ABBAZIA DEI SANTI PIETRO, PAOLO, MAIOLO DI VALLATE

L’abbazia è stata costruita nel 1078. Le terre su cui si trova, cioè Vallate, erano state comprate da un ricco signore che abitava presso il lago di Como. Visto che suo fratello era un monaco in Francia, le regalò alla chiesa perché a quei tempi si diceva che chi faceva del bene alla Chiesa andava in paradiso.
Nell’abbazia non vivevano più di sette monaci.
Sull’abbazia non ci sono molte fonti scritte: la più antica è quella in cui il ricco signore di Como regala le terre alla Chiesa, un’altra è del 1589 e racconta che quel monastero era abitato solo da un monaco, che per la Chiesa non era un buon esempio perché beveva e giocava d'azzardo all’osteria e inoltre non era molto devoto.
All’interno dell’abbazia c’è una chiesa e delle celle dove i monaci dormivano e mangiavano.
Ora delle celle resta molto poco: solo un muretto alto 70–80 cm.
Di coperto è restato molto poco: un pezzo di chiesa e il campanile dove all’interno non c'è niente.
La chiesa è fatta di sassi uno sopra l'altro e cemento. Naturalmente è stata restaurata, ma con molti problemi perché non si trovavano i finanziamenti economici per farlo.
Nel 1980 circa alcuni studenti fecero degli scavi in cui trovarono alcune monete e teschi, ma vennero subito fermati perché non avevano il permesso della sovrintendenza e quindi non si fece più niente.
L’abbazia è fatta con uno stile romanico; all’interno ha una volta a botte e con tre archi, c’è anche un’abside dove probabilmente c’era l’altare.
All’esterno della chiesa ci sono alcune decorazioni e delle strane finestre, cioè le finestre bifore; sull’esterno dell’abside ci sono dei denti di lupo (che sono delle decorazioni).

Andrea


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L’ABAZIA DEI SANTI PIETRO,PAOLO E MAIOLO DI VALLATE

Il giorno martedì 16 maggio, noi alunni della classe 1ª A ci siamo recati con il pullman a Vallate, nel comune di Cosio Valtellino per visitare l’abbazia dei santi Pietro,Paolo e Maiolo.
Siamo partiti alla ore 14.30 da Talamona accompagnati dalle prof. Gusmeroli e Dell’Oca e giunti a Vallate abbiamo raggiunto a piedi, in circa 10 minuti lungo una comoda mulattiera, ciò che resta dell'antica abbazia di San Pietro.
A Vallate si possono oggi visitare solo alcuni resti della chiesa chiamati lacerti e delle abitazioni dei monaci, il tutto in un luogo isolato, immerso nel verde, nel silenzio e con un’ampia vista panoramica sui paesi della costiera dei Ceck.
Questo edificio romanico, a cui era annesso in passato un piccolo convento, fu costruito nel 1078, quando i coniugi Ottone e Bonizza dell’Isola Comacina vicino a Como, donarono i terreni ai monaci Cluny, che è una cittadina della Francia, in Borgogna, sorta nel X secolo intorno alla celebre abazia, fondata da Guglielmo duca di Aquitania.
Del monastero e dell’antica chiesa oggi sono rimasti soltanto il campanile, parte dei muri perimetrali e parte dell’abside maggiore.
Molto interessanti sono le decorazioni esterne dell’abside caratterizzate dalla presenza di quattro piccole semicolonie, finestrella, archetti e greche a denti di lupo o cane.
Nell’abside sono inserite alcune finestre, nel campanile, un tempo, vi era all’interno un altare dedicato alla Madonna che oggi è completamente cancellato dal tempo.
Già dal ‘200 la comunità di San Pietro cominciò a decadere e nel XV secolo i frati abbandonarono il monastero.
Agli inizi del ‘900 il monastero è stato restaurato e queste opere hanno permesso di mantenere in ottime condizioni il campanile, l’abside e parte di un lato della chiesa.
La visita all’abbazia offre la possibilità di ammirare uno dei monumenti più antichi e importanti della Valtellina.

Sara


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TEMA SULL'ABBAZIA DI VALLATE

Nel pomeriggio di martedì 16 maggio, noi di 1ª A siamo andati a fare una escursione nell’abbazia di Vallate (Rogolo).
Siamo partiti alle 14:30 con il pullman dal piazzale San Carlo. Arrivati sul posto dove il pullman poteva fermarsi, siamo scesi e abbiamo proseguito per un pezzo a piedi. Nel frattempo, la prof. Gusmeroli Elisa era già arrivata sul posto e ci stava aspettando.
Giunti, ci siamo riposati e riforniti con una buona merenda che ognuno di noi aveva portato da casa. La prof. ha iniziato a spiegare che l’abbazia è nata nel 1078 d. C.. Era piccola ma molto importante e il suo campanile (la cima) era a forma di dente di lupo (alcuni dicono di cane), data la sua somiglianza. Successivamente la prof. Elisa ci ha fatto cercare dei resti di pitture nella cappella e alcune decorazioni, mentre all’esterno abbiamo anche trovato due scritte in Latino.
Dall’esterno possiamo anche vedere ciò che è rimasto dall’abbazia. Dove c’era la cucina si notano ancora bene gli spazi nei quali depositavano olii, spezie e tutto quello che poteva servire; poi le due celle in cui dormivano i frati.
Finita la visita e le spiegazioni abbiamo fatto una seconda merenda, dopodiché abbiamo giocato alcuni a guardie e ladri alcuni a palla.
Infine la prof. ha aggiunto che in questa abbazia nel 1589 abitava un sacerdote che però non si comportava bene e correttamente, perché giocava d’azzardo e beveva alcolici, fino a che un bel giorno se ne andò.
Rimasta abbandonata per un periodo, il signor Giussani decise di acquistare questa abbazia e tutti i suoi terreni circostanti (in tutto erano nove).
Abbiamo salutato la professoressa Gusmeroli ed abbiamo raggiunto il pullman che ci aspettava per riportarci a casa.
Questa giornata mi è piaciuto molto e ne farei delle altre perché è stata molto interessante e ho scoperto un luogo di storia di cui non conoscevo l’esistenza pur essendo vicino alla zona in cui abito.

Simone


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