La figura di san Giovanni Battista nel tempio maggiore di Morbegno a lui dedicato

Riflessione.

Si è parlato, meditativamente, della testimonianza figurativa e letteraria resa a san Giovanni Battista nel tempio maggiore che gli è dedicato.
Sarebbe bello aggiungere qualche memoria storica del dinamico tributo festivo reso al Precursore dalla comunità religiosa e civica di Morbegno, approfittando di colorite documentazioni trasmesse dai registri parrocchiali settecenteschi, relativamente ai giorni 23–24 giugno [61]. I riti solenni celebrati con eloquenza di parole, con dovizia di apparati, con fasto strumentale, con prodigalità di mezzi, costituirono, nei secoli, un apporto di teatralità totale. L’impiego di molteplici codici espressivi alimentava le sorprese di una creatività, sempre fresca, mediante ’architetture del tempo’, interagenti con quelle degli spazi. Con questa sinergia di arti statiche ed operative si tramandano i riti della fede e la fede conferisce, alla sua ritualità, e freschezza e calore. Ma queste pagine sono più di arte della storia sotto il profilo religioso–culturale che di storia dell’arte sotto il profilo della fede.

Qui basti concludere con una costatazione: il tempio di San Giovanni –come tutta la sua persona– sta nel cuore di Morbegno è come un ’dito puntato’ su meraviglie da contemplare, su tesori offerti a chi ha fame di bene e di verità, su orizzonti di speranza che squarciano qualcosa del futuro. Il linguaggio dell’arte che il tempio offre con dovizia di interventi –alcuni maggiori e altri più modesti– continua a splendere radioso e parla con trascinante eloquenza. L’invito è alla non assuefazione; a tenere gli occhi aperti, le orecchie attente, il cuore aperto. E sarà più luce.


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note

[61] Come esempio si rimanda alle spese notate, per il 23 giugno, in APMo, Registro della Fabbrica n. 7, p. 241. Esse concernono i compensi dati ai paratori della chiesa, compreso spago e stecchette e "spesa zibaria" per essi; poi gli importi per polvere da sparo e fuochi d’artificio, per l’organista straordinario, per i sonatori di trombe fatti venire da Como, compreso il vitto e il prezzo della cavalcatura di andata e ritorno da Colico, ove erano giunti e sarebbero ritornati "per nave".