Arte e fede nel Santuario.

Tempio nel tempio: analisi dell’ancona.

In orizzontale: i pannelli laterali del basamento.

Ora è il momento di rivolgere lo sguardo ai quattro pannelli: a quelli che fanno da basamento all’ancona e a quelli sovrastanti, ai due lati. Quale ordine li regge?
Tre di essi riprendono, con una animazione evidenziata dalla straordinaria cesellatura, scene dei Vangeli dell’infanzia: il Natale di Gesù, la fuga in Egitto, il ritrovamento di Gesù al Tempio. Il quarto passa, improvvisamente, alla Pentecoste: ci introduce nel Cenacolo ove, dopo la Pasqua scende lo Spirito sulla Vergine e sui discepoli. Indubbiamente ed ovviamente in ognuna delle scene magistralmente ideate è presente Maria; ma è sufficiente questo motivo per spiegare la scelta dei soggetti e la loro organizzazione spaziale?
A me pare possibile proporre una lettura ancora una volta ‘multipla’, che sottende (o permette di percepire) un insegnamento spirituale sostanzioso, da cogliere al di sopra della preoccupazione diacronicamente narrativa. Non posso essere certo che ciò corrisponda alla intenzionalità dell’ideatore: tuttavia, qui, ancora una volta, tutto dona la certezza di un insieme pensato, di una architettura teologica – oltre una geometria figurativa di splendore estetico – ottenuta con ricchezza di simbolismi e sapienti corrispondenze, aperta a ben calcolati rimandi.

Ancona: Betlemme e pentecoste

Morbegno, chiesa della Beata Vergine Assunta, sezione centrale dell’ancona, sec. XIV.

Ancona: Egitto e Cenacolo

Sappiamo che ogni ‘croce’, quando comporta la presenza di Cristo, implica sempre il ‘mistero pasquale’ di morte e di vita, di dolore e gaudio, di stoltezza e di sapienza, di sconfitta e di vittoria.
Ora, i pannelli 1 e 4 ci presentano delle scene esultanti di nascita: la maternità di Maria nel presepio di Betlehem quando genera al mondo Gesù e poi, a Gerusalemme, il ‘Natale della Chiesa apostolica’.
I pannelli 2 e 3, invece, sono misteri di dolore: soprattutto per la Madre cammini di prova e di fede sofferta, implicazione in eventi di grazia, ma tutt’altro che gratificanti. Fuggire in Egitto (Mt 2,13–15): una sorte da braccati verso destini ignoti, come i dannati della terra; una partenza traumatica perché incombe la spada di un re sospettoso, invidioso e tiranno. E poi (Lc 2, 41–50) quando Gesù è dodicenne – e tutto sembrava rientrato nella normalità quotidiana – quella ‘fuga di Gesù’ e quella ricerca affannosa di Lui, con ritorno al tempio di Sion (dolentes quaerebamus te). In più, la ‘risposta interrogativa’ data dal fanciullo che suona distacco dalla sua famiglia terrena (nesciebatis quia in his quae Patris mei sunt oportet me esse?). San Luca sottolinea lo sbigottimento provocato (non intellexerunt): immersi nella misteriosa profezia del futuro e definitivo Triduo pasquale cui era orientata la vita di Gesù [1], essi non capirono. Maria e Giuseppe devono soltanto ‘fidarsi’ dei piani di Dio: imparare che quel fanciullo appartiene ad una famiglia di uomini e donne che va oltre il loro focolare domestico ed il loro villaggio.
Pensando a Maria lo scrittore Eutropio presbitero commenta crudamente (sec. IV–V): «Non gli risparmiò i suoi stessi affetti» [2]. Altro che idilli nazaretani. Maria ha il destino della spada nel cuore (Lc 2,35) e la direzione dei suoi passi è il Calvario. Lei che nella gioia aveva partorito a Betlemme è chiamata attraverso queste doglie alla missione della nuova maternità della Chiesa (Gv 19, 26–27) e, nella Chiesa, di tutti noi.
E la risposta positiva a questo suo donarsi al mistero di Dio verrà nel Cenacolo pentecostale. Il corpo di Cristo che vive nella storia ancora una volta viene dal Padre attraverso l’alitazione ed il fuoco delle Spirito Santo. Qui è il luogo rivelatore di quanto era iniziato a Betlemme: la nuova missione materna di Maria quale Mater Ecclesiae. Madre degli Apostoli e dei discepoli di allora, primizie di tutti quelli che anche oggi sono figli suoi. E per loro Ella segnerà gli orizzonti della fede orante, l’operosità dell’amore fecondo, il passo della speranza certa: dopo la Dormizione ed oltre lo stesso sepolcro.


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note

[1] La volontà del Padre si compirà a Gerusalemme, nel triduo della Passione, Morte e Sepoltura di Gesù, nuovo e definitivo Tempio. E ai piedi della Croce, che è il vero pulpito della sapienza rivelata, sarà presente la Madre oramai matura nel suo cammino di fede.

[2] Sermo ‘De vera circuncisione’.