Scrivere nel Medioevo: che bella storia!
Scrivere nel medioevo non era certo facile: fabbricare gli strumenti necessari richiedeva molto tempo, molta fatica e molto denaro.
Il supporto per la scrittura era la pergamena che veniva realizzata da un “percamenarius”.
Nell’alto medioevo era sempre un monaco; nel basso medioevo poteva essere anche un laico, come Ugone che gestiva la sua bottega nel borgo.
La bottega di Ugone è raffigurata nel disegno di Alessandro.
Procedimento per la preparazione della pergamena
- uccidere una pecora (o una capra)
- togliere la lana
- scuoiare l’animale
- lavare la pelle lasciandola a mollo in acqua corrente (in un ruscello oppure in un canale artificiale) per un giorno e una notte
- mettere a mollo in acqua fredda e calce mescolando frequentemente per un periodo di dieci giorni
- risciacquare la pelle nel torrente per tre giorni
- stendere la pelle su un telaio (una specie di tamburo) e, tenendola bagnata, con un attrezzo chiamato lunellum, togliere i peli rimasti e le rugosità.
Questa operazione durava una giornata.
- tagliare la pelle in modo da darle una forma regolare
- preparazione delle “confezioni”: in pacchi per la realizzazione di libri, in per i documenti.
Questo procedimento è illustrato da Andrea in una sequenza di disegni.
Procedimento per la realizzazione della penna
Le penne venivano realizzate utilizzando le piume di corvi (per le rifiniture più sottili), d’oca o di cigno.
Esse venivano preferibilmente prelevate dall’ala sinistra dell’uccello.
Per eliminare le parti organiche la penna veniva bagnata e successivamente immersa in sabbia rovente.
Procedimento per la preparazione dell’inchiostro
Per la realizzazione venivano usati tre tipi di sostanze:
- un solvente (vino, acqua, aceto, acquavite, …)
- un addensante (per esempio melassa, cioè sciroppo di zucchero, o grasso di suino sciolto)
- un pigmento, cioè una sostanza colorante naturale (quelle più diffuse erano la noce di galla o il nerofumo).
Luca
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