Gallizia raggiunge il castello di Domofole

Il contesto e il brano

Siamo nell’anno 1125, la guerra procede con vicende alterne. Ora le ostilità toccano la Valtellina. Gallizia, moglie di Giordano Vicedomini, partita da Como in compagnia di alcuni fedeli concittadini comaschi, risale il lago: vuole raggiungere il marito e i figli presso il castello di Domofole. Domofole è l’unica fortezza valtellinese citata nel poema: compare per la sua ubicazione, particolarmente favorevole a motivo della prossimità del lago, teatro della maggior parte dei combattimenti.

Il gruppo guidato dalla stessa Gallizia si lascia dietro velocemente le località considerate pericolose per la loro alleanza con i nemici Milanesi. Tali erano l’Isola Comacina e Bellagio. La donna, insieme al suo seguito di fedeli, si ferma poi a riposare presso l’alleata Gravedona, prima di raggiungere, nella seconda tappa –passati Domaso e Sorico– il porto di Olonio. Da lì, in poco tempo, la comitiva giungerà a Domofole [1].



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note

[1] Su questo episodio cfr. B. GIOVIO, Historiae Patriae libri duo, Venetiis, apud Antonium Pinellum, MDCXXIX [ora disponibile in Storia di Como dalle origini al 1532, Como, New Press, 1982, p. 30 e sgg.]; F. S. QUADRIO, Dissertazioni critico–storiche intorno alla Rezia di qua dalle Alpi, oggi detta Valtellina, Milano, Nella Stamperia della Società Palatina, 1755–1756, III, pp. 304; P. A. LAVIZZARI, Storia della Valtellina in dieci libri, Capolago, Tipografia Elvetica, 1838 [rist. anast. in 2 vol. Sala Bolognese, Forni, 1976], I, pp. 62–64; E. BESTA, Le valli, I, p. 121.