«Et in arca posui».

Scritture della confraternita della Beata Vergine Assunta di Morbegno, diocesi di Como.

di Rita Pezzola

Morbegno, Confraternita della Beata Verine Assunta della Parrocchia di Morbegno, 2003.

La copertina del libro

Nel 1724 l’assemblea della Confraternita della Beata Vergine Assunta di Morbegno aveva affidato al vicepriore Carlo Giacinto Fontana (un notaio la cui famiglia era originaria di Bema) l’incarico di ordinare le carte dell’archivio e di stendere un inventario. L’anno seguente, il Fontana aveva scritto di aver completato il lavoro e aveva concluso la sua relazione con le parole «et in arca posui», cioè «ho collocato i documenti in una cassa di legno», che aveva tre serrature, con chiavi distinte, affidate a tre confratelli diversi.

Ora, a distanza di quasi tre secoli, una giovane studiosa, Rita Pezzola, che ha in comune con il celebre notaio morbegnese l’origine dalla famiglia "della Fontana di Bema", ha aperto di nuovo (metaforicamente) quella cassa, per riordinare i documenti che si erano accumulati nel corso degli anni.

Ne sono nati prima una tesi di laurea, poi un bel volume, che ha come titolo proprio le parole latine del Fontana «Et in arca posui». Esse, infatti, evocano immediatamente il gesto di riporre i documenti, l’atto con il quale si forma materialmente ogni archivio. Nello stesso tempo, quel termine ci richiama alla mente l’arca biblica: gli scrigni e gli armadi sono stati spesso come delle arche, grazie alle quali i documenti del passato hanno potuto navigare attraverso i pericoli di molti secoli e giungere fino a noi.

Il corposo volume di 339 pagine, pubblicato recentemente con il contributo delle Fondazioni Cariplo e Pro Valtellina, è stato presentato a Morbegno giovedì 12 febbraio, con una serata che doveva svolgersi presso la sala "Mons. Antonio Marchesini".

La straordinaria affluenza di pubblico ha però costretto il coordinatore della serata, don Massimiliano Battaglia, a trasferire l’incontro nell’attiguo santuario dell’Assunta, a riprova dell’interesse che le ricerche sui documenti storici incontrano presso la popolazione.

«Nonostante il freddo della stagione –ha esordito don Saverio Xeres nella sua presentazione– questo incontro culturale rappresenta una primavera. Quando un archivio viene riordinato, infatti, rinasce, rifiorisce, diventa accessibile e può così comunicare facilmente i suoi contenuti. Questa pubblicazione –ha continuato don Saverio– assume per Morbegno un triplice valore: storico, comunitario e umano. Il cuore del libro è rappresentato dall’inventario, cioè dall’elenco completo dei documenti e della loro distribuzione per "titoli, buste, scatole e registri" secondo la terminologia tecnica in uso. Già una sua lettura ci permette di avvicinarci ad importanti documenti che riguardano la costruzione del Santuario dell’Assunta, la sua decorazione per opera degli artisti, le sue vicende. Il volume contiene poi una breve storia della confraternita, sorta agli inizi del Quattrocento sotto la denominazione "dei Disciplini o dei Battuti", rifondata dopo il concilio di Trento come confraternita della Beata Vergine Assunta e divenuta infine "sezione bianca dell’unica confraternita del SS. Sacramento" durante il periodo napoleonico».

L’autrice si è preoccupata di raccogliere anche le disposizioni vescovili in materia di associazioni laiche e di confraternite. Basta scorrere le prescrizioni dei Vescovi, i regolamenti, i cerimoniali che accompagnavano i vari momenti della Confraternita, per avere uno spaccato molto realistico della vita del tempo, delle stratificazioni sociali, degli scopi, spirituali e umani, che le associazioni si proponevano.

Nel suo intervento, Rita Pezzola ha descritto i tre ingredienti principali del libro, che costituiscono altrettante chiavi di lettura. Il primo sentimento provato davanti a quella montagna disordinata di documenti è stata la curiosità. C’è voluta poi una straordinaria dose di pazienza per ordinare il tutto e fermarsi anche su lavori molto minuziosi, come la trascrizione integrale delle 35 pergamene conservate nell’archivio. Ora il materiale è ordinato ed è facilmente accessibile a chiunque voglia svolgere delle ricerche, perché«la cultura è uno spazio libero, aperto all’indagine e alla curiosità di tutti.

Il libro che ne è nato –ha concluso Rita Pezzola– non ha la struttura lineare di un racconto (anche se le narrazioni dei miracoli contenute nelle pergamene hanno il sapore di certa novellistica trecentesca), ma è più simile ad un vocabolario, da consultare per conoscere nomi, dati e avvenimenti». Effettivamente l’opera rivela "una straordinaria passione per le carte di un tempo, che si traduce in acuta indagine sulle loro forme e contenuti". Nello stesso tempo, con la sua poderosa bibliografia e con le notazioni tecniche, il libro offre un valido esempio e diventa uno strumento prezioso per chiunque voglia affrontare il lavoro di riordino degli archivi.

A conclusione della serata il pubblico ha potuto ammirare alcune delle pergamene recentemente restaurate ed ha potuto ritirare il volume, che non è in vendita nelle librerie, ma viene distribuito a chi ne faccia richiesta: basta rivolgersi alla Biblioteca Civica di Morbegno.

Cirillo Ruffoni



(Questa recensione è apparsa a stampa in Settimanale della diocesi di Como, 21 febbraio 2004, p. 26).


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