Piccolo Libro della Storia di Bellaguarda



Hanno scritto del nostro lavoro:




La Provincia di Sondrio, mercoledì 30 maggio 2007

Libro su Bellaguarda da sfogliare in – rete

TOVO
«Scrivere un libro di storia è come costruire un muro». Inizia così il Piccolo libro della storia di Bellaguarda, un "e–book" scritto dai bambini di quarta e quinta della scuola primaria di Tovo Sant’Agata e disponibile da qualche giorno in internet, cliccando su www.adfontes.it (il sito curato dall�associazione omonima e dedicato a progetti di ricerca e di sperimentazione a supporto della conservazione e della valorizzazione delle fonti storiche locali).

Il libro on–line è frutto di un laboratorio che si è svolto durante l’anno e che ha coinvolto le due classi dell’istituto comprensivo di Grosotto, gli insegnanti Annamaria Tenni, Domenico Pini, Luisa Morellini e la tutor Rita Pezzola, responsabile del progetto, finanziato dai comuni di Tovo, Vervio e Lovero nell’ambito del piano per il diritto allo studio 2006/2007. «Il lavoro per ricostruire un pezzetto della storia di Bellaguarda, rigoroso e nello stesso tempo giocoso e piacevole, ha focalizzato l’attenzione soprattutto sui secoli centrali del medioevo – si legge nell’introduzione al libro, consultabile on–line –. Ciò è avvenuto stabilendo un contatto diretto con le fonti». Il prodotto che ne è scaturito non è soltanto un libro piacevole alla lettura e un valido strumento di conoscenza del castello, che si aggiunge a quelli finora scritti e pubblicati, ma soprattutto «una esperienza di metodo per approcciare la Storia: un guadagno utile per i futuri anni scolastici e anche – lo crediamo – per la vita». Suddiviso in quattro capitoli, preceduti dalle presentazione dell’assessore alla Cultura di Tovo, Adelaide Marino, e dalla stessa Pezzola, l’e–book è stato presentato nei giorni scorsi nella sala Sant’Agostino di Lovero, con una rappresentazione teatrale portata in scena dagli stessi autori: i ministorici di Bellaguarda (classe quarta) e la V nel Medioevo (classe quinta).

«Durante il laboratorio abbiamo fatto la conoscenza di un personaggio immaginario e anche un po’ buffo: lo storico Giovanni – hanno spiegato i ragazzi, nel presentare questo progetto inedito ed innovativo ai genitori e al dirigente scolastico Ugo Invernizzi –. Insieme a lui abbiamo scoperto il mestiere dello storico, che è molto impegnativo. Come Giovanni, infatti, gli storici, dopo aver trovato le fonti, si pongono mille domande, interpretano queste tracce e infine comunicano attraverso la scrittura i risultati che hanno raggiunto. Anche noi abbiamo svolto questo faticoso lavoro».

m.na.

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Il settimanale della diocesi di Como, sabato 2 giugno 2007

LOVERO: INTERESSANTE PRESENTAZIONE A CURA DEGLI ALUNNI DELLE SCUOLE ELEMENTARI

«Ministorici» per Bellaguarda

Abbiamo scoperto che, guardando con occhi diversi, anche nel nostro ambiente possiamo trovare delle fonti storiche e sapere qualcosa di più del passato che è stato vissuto dai nostri antenati…

Queste parole si trovano sulla copertina del "Piccolo libro della storia di Bellaguarda", opera de I Ministorici di Bellaguarda e de La Quinta nel Medioevo, presentata lo scorso fine settimana a Lovero nel corso di una drammatizzazione teatrale nell’aula della chiesa sconsacrata di Sant’Agostino. Sono stati proprio i ragazzini delle classi 4ª e 5ª della scuola primaria di Tovo Sant’Agata, appartenente all’Istituto Comprensivo di Grosotto, a mettere in scena davanti a un folto pubblico di genitori, nonni, parenti e amici l’indimenticabile esperienza vissuta con l’aiuto e il sostegno degli insegnanti Annamaria Tenni, Domenico Pini e Luisa Morellini e di Rita Pezzola nella veste di tutor.

Anzitutto, va detto che tutto il lavoro, pur con qualche necessaria schematizzazione, mette in luce l’impegno con cui è stato guidato e la serietà con cui i piccoli storici hanno voluto ricostruire un pezzetto della storia del loro paese a partire dalle fonti materiali e scritte, dalla pergamena del 30 aprile 1226, ritrovata all’Archivio di Stato di Sondrio, al castello di Bellaguarda. Ma prima di arrivare a questo risultato hanno imparato a ricercare, descrivere e talvolta anche… disegnare le fonti storiche, presentandone e commentandone nel testo una decina; hanno imparato come veniva preparata una pergamena e recuperata per essere nuovamente scritta; hanno avuto modo di osservare la foto del documento più antico dell’archivio della famiglia Visconti Venosta, quella pergamena del 1226 scritta in latino nella particolare scrittura dei notai, riuscendo a leggerne anche alcune parole. Tramite questa hanno scoperto che "anche il nostro territorio era organizzato con il sistema curtense. Già a quel tempo esistevano alcuni nomi di paesi e luoghi che ci sono ancora oggi. Esistevano le curtes di Nova, di Sparso e di Pedenale, che erano sotto il potere del signore Gabardino Venosta. Nel documento sono anche elencati i canoni di affitto che dovevano essere pagati dai massari al signore. Grazie ad essi veniamo a conoscenza che nel territorio di queste curtes si coltivavano uva, castagne, noci e cereali e vi si producevano vino e olio, probabilmente dalle noci; vi si allevavano maiali, ovini e forse bovini; dalla lavorazione del latte si otteneva il formaggio, quello salato era il più pregiato". Per Valentina questo lavoro è stato "faticoso e meraviglioso, perché è stato come tornare indietro nel tempo"; Manuel invece lo ha trovato "emozionante, perché leggere documenti antichi non capita tutti i giorni"; e, se per altri è stato difficile leggerlo, perché scritto in latino, per Yousef è stato divertente essere "riuscito a leggere una parola", mentre Jonathan sostiene che è stato " inaspettato, perché non avevo mai letto una vera pergamena fino ad ora e vorrei riprovarci". Questi sono solo alcuni dei commenti dei piccoli storici, che fanno toccare con mano con quale entusiasmo e profondità hanno lavorato.
L’ultima tappa del loro viaggio a ritroso nella storia è stata la gita per visitare il castello di Bellaguarda condotti da Guido Scaramellini, esperto conoscitore di fortificazioni, e così verificare l’ipotesi che "forse a Sparso nel 1226 c’era un castello". La risposta è venuta dalle fonti archeologiche e architettoniche, che hanno confermato il documento scritto e, anche in questo caso, un’intera pagina raccoglie i pensieri dei protagonisti, che hanno trovato il castello meraviglioso, possente, stupendo, fantastico, misterioso, splendente, maestoso, emozionante, ecc.
Qui, ormai alla fine del Piccolo Libro…, l’ultima sorpresa è la loro canzone "Che bella la storia", musicata da mons. Felice Rainoldi, canzone che li ha accompagnati durante tutto il percorso, e quella sera hanno cantato ancora una volta con voce "soddisfatta per tutte le cose belle che abbiamo scoperto insieme".
Come in ogni lavoro serio scientificamente condotto, le ultime pagine riportano la bibliografia con l’indicazione dei libri e delle fonti consultati, i nomi dei 26 piccoli autori, degli insegnanti e del tutor, i ringraziamenti per tutti quanti hanno contribuito a realizzare un laboratorio così bello.

Quella sera, al termine della presentazione, davanti al pubblico plaudente e prima della consegna alla Pezzola di aluni omaggi floreali, il maestro Pini è salito sul palco per dire a tutti che «Lei era stata l’anima vera di quell’entusiasmante esperienza, capace di coinvolgere e di farsi seguire dai ragazzi grazie al suo metodo invidiabile. Pertanto, non possiamo che prenotarci per il prossimo anno». A sua volta, Rita Pezzola ha voluto sottolineare con semplicità che «tutta la scuola ha creduto e partecipato al progetto: i ragazzi, gli insegnanti, l’esperto del laboratorio di informatica (le slides di apertura sono state realizzate dai ragazzi durante il laboratorio di informatica, che a sua volta ha fruito dei contenuti del laboratorio di storia!), il dirigente Ugo Invernizzi, le famiglie, la bidella, gli enti locali. Ma la soddisfazione più grande è stata l’aver coinvolto tante persone in un progetto di bambini, cosa che a Tovo è stata resa possibile soprattutto da uno stupendo clima di lavoro e perché c’è stata subito sintonia con gli insegnanti».

Da ultimo, ricordiamo che l’iniziativa, promossa dalla Scuola primaria di Tovo, ha avuto il sostegno economico dei Comuni di Tovo Sant’Agata, Lovero, Vervio, la collaborazione delle associazioni culturali Bellaguarda e Ad Fontes e il patrocinio della Provincia di Sondrio.

Pierangelo Melgara

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La Provincia di Sondrio Settimanale, sabato 2 giugno 2007

Castel Bellaguarda in uno studio on–line prodotto dagli studenti

TOVO
Porta la firma dei "Ministorici di Bellaguarda" e della "V nel Medioevo" – alias gli alunni di quarta e quinta della scuola primaria di Tovo Sant’Agata – il Piccolo libro della storia di Bellaguarda, un "e–book" disponibile da qualche giorno in internet sul sito www.adfontes.it (curato dall’associazione omonima e dedicato a progetti di ricerca e di sperimentazione a supporto della conservazione e della valorizzazione delle fonti storiche locali).

Il libro on–line è stato presentato nei giorni scorsi con uno spettacolo che si è tenuto nella sala Sant’Agostino di Lovero ed è frutto di un laboratorio che ha coinvolto le due classi dell’istituto comprensivo di Grosotto, gli insegnanti Annarnaria Tenni, Domenico Pini, Luisa Morellini e la tutor Rita Pezzola, responsabile del progetto, finanziato dai comuni di Tovo, Vervio e Lovero nell’ambito del piano per il diritto allo studio 2006/2007. «Il lavoro per ricostruire un pezzetto della storia di Bellaguarda, rigoroso e nello stesso tempo giocoso e piacevole, ha focalizzato l’attenzione soprattutto sui secoli centrali del medioevo – si legge nell’introduzione al libro, consultabile on–line –. Ciò è avvenuto stabilendo un contatto diretto con le fonti». Il prodotto che ne è scaturito non è soltanto un libro piacevole alla lettura e un valido strumento di conoscenza del castello, che si aggiunge a quelli finora scritti e pubblicati, ma soprattutto «una esperienza di metodo per approcciare la Storia».

Suddiviso in quattro capitoli, preceduti dalle presentazione dell’assessore alla Cultura di Tovo, Adelaide Marino, e dalla stessa Pezzola, l’e–book sarà presto disponibile anche in versione cartacea (fondi permettendo).
«Durante il laboratorio abbiamo fatto la conoscenza di un personaggio immaginario e anche un po’ buffo: lo storico Giovanni –hanno spiegato i ragazzi–. Insieme a lui abbiamo scoperto il mestiere dello storico. Come Giovanni, gli storici, dopo aver trovato le fonti, si pongono mille domande, interpretano queste tracce e infine comunicano attraverso la scrittura i risultati che hanno raggiunto».

m.na.

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