Regole generali per gli esposti
nello spedale di Morbegno – 1853

Le balie

I bambini esposti presi in carico dall’ospedale dovevano essere, in primo luogo, nutriti e svezzati.
Per questo le norme sugli esposti danno tanto rilevo alle balie.
Si trattava di giovani donne le quali da poco erano divenute madri di figli che stavano allattando. Esse, anche per guadagnare qualche denaro, si prendevano in carico l’allattamento di un altro bambino. Questa pratica, del resto, non riguardava solo il caso degli esposti. Le balie sostituivano anche altre mamme che fossero inferme o inabili ad allattare convenientemente un figlio. Da ciò proveniva la dicitura: ‘fratelli di latte’.

Ovviamente una balia a servizio di luoghi pii (L. P.) doveva possedere delle caratteristiche precise: di garanzia sanitaria e di attitudine morale.
In altre parole: in primo luogo doveva essere una persona ‘perbene’. Ed era il parroco, con un apposito certificato, ad attestarne la buona condotta.
E accanto al parroco interveniva il medico: la donna doveva godere di buona salute. Prima che le fosse affidato a carico un bambino, veniva visitata da un chirurgo dell’ospedale, che ne accertava e ne garantiva lo stato di sanità.

Munita di tali autorizzazioni la donna era idonea a ricevere un bimbo per l’allattamento. A lei veniva inoltre assegnato tutto il corredo necessario (lo stretto indispensabile), fornito dall’ospedale stesso.

In cambio del ‘servizio’ di allattamento e svezzamento, la balia riceveva una ricompensa denominata baliatico: questa sorta di stipendio veniva pagato alla fine di ogni trimestre, nei mesi di marzo, di giugno, di settembre e dicembre. A quella scadenza la balia doveva mostrare un certificato del parroco, con la dichiarazione che il bambino esposto era ancora in vita e che era stato accudito in modo decoroso.

L’allattamento della balia si protraeva fino all’undicesimo mese. Il bambino, dopo questa data –se era ancora in vita (!)– era riconsegnato all’ospedale. E a questo punto nasce la nostra curiosità nei confronti della futura sorte di questi bambini, che altri documenti dell’archivio potrebbero descrivere …

Frattanto già questo documento proposto fa emergere uno spaccato, doloroso ma insieme esemplare di vita quotidiana; l’attività di un’istituzione (l’ospedale di Morbegno) e dei numerosi personaggi che vi giravano intorno: genitori legittimi, madri illegittime, balie, tenutari, intermediari, autorità locali.
Ma protagonisti erano soprattutto i bambini: innocenti segnati da vicende a volte –ma purtroppo non sempre– a lieto fine.

Un bel laboratorio didattico sul tema degli esposti, svolto alcuni anni fa dagli alunni delle classi seconda e terza della Scuola Media Statale A. Menchetti, di Ostra (An), consultabile all’indirizzo:
<http://www.rigocamerano.org/laruotagut.htm>


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