Nota della redazione

Già nella Premessa all’ipertesto di Massimo Della Misericordia, Figure di comunità, per la prima volta edito in questo sito nel 2008, si è avuto modo di porre in evidenza l’efficacia comunicativa ed euristica del linguaggio ipertestuale, presentando un lavoro caratterizzato da grande ricchezza di documentazione, plasmata e valorizzata da valida soluzione tecnologica.
Ora, progressivamente, anche il sito di Ad Fontes – accanto ad altre preziose esperienze online legate all’ambito della ricerca – diviene sede di testi e di ipertesti, di schede di ricerca, di relazioni e di recensioni che dialogano tra di loro, dando conto di ricerche in corso che progressivamente si integrano, si arricchiscono e forniscono al lettore punti di vista dinamici e interagenti.
Il sito, in conformità alla mission dell’associazione e in relazione allo specifico contesto geografico indagato, è divenuto punto di incontro e di scambio su temi differenziati, come già formulato nel testo programmatico della sezione Ricerca. Fra di essi uno soprattutto appare oggi particolarmente praticato, unificante di contributi del sito dalla diversa natura. Il riferimento è al filone di ricerca relativo alla storia delle scritture dei notai nelle terre di Valtellina.

Il sito testimonia, in primo luogo, l’indagine sulla genesi delle scritture, con attenzione ai contenuti, ai formulari, alle forme della rappresentazione grafico–simbolica sul supporto, sia mettendo a disposizione saggi interpretativi, in particolare il citato e–book Figure di comunità, sia fornendo recensioni di esperienze editoriali particolarmente significative nel settore (cfr. quella curata da Felice Rainoldi al volume di Marta Mangini Il Notariato a Como “Liber Matricule Notariorum Civitatis et Episcopatus Cumarum” (1427–1605)), sia puntando l’attenzione sui più recenti appuntamenti di studio e di confronto dialettico (cfr. la relazione del convegno tenutosi a Trento, il 24–26 febbraio 2011: Il notariato nell’arco alpino. Produzione e conservazione delle carte notarili tra medioevo ed età moderna). Nel contempo è dedicata progressiva attenzione anche agli aspetti maggiormente legati alla materialità delle carte, quali le pratiche di confezionamento dei quaterni imbreviaturarum, con attenzione anche ai reimpieghi membranacei, di codici e di documenti. Così avviene nella ricerca Apes debemus imitari, che prevede significativi incrementi editoriali nel sito in tempo brevi, e così anche nell’e–book Frammenti di musica. Testimonianze di canto medievale nell’Archivio di Stato di Sondrio (secoli XI–XIV), a cura del citato Felice Rainoldi (coadiuvato da Rita Pezzola). La storia della conservazione delle scritture notarili valtellinesi è inoltre indagata in saggi interpretativi editi in Ad Fontes (o resi accessibili in modo unificato dal sito, grazie soprattutto alla pagina de Il nostro scaffale). Il rimando online, sempre in relazione allo specifico contesto, è soprattutto a Mappe di carte. Le scritture e gli archivi delle comunità rurali della montagna lombarda nel basso medioevo, del citato Della Misericordia; ma anche agli studi della Pezzola: «Item canevarius habet». Un quaternus chartarum duecentesco del comune di Bormio (1237–1287) e al saggio «Per la bramata unione delle carte spettanti all’Archivio generale», relativo alla nascita e ai primi anni di attività dell’Archivio notarile dipartimentale di Sondrio. In questi lavori le prassi di conservazione sono lette in relazione alla storia culturale (specie nelle testimonianze di attribuzione di senso riconosciuta alle carte stesse), alla storia politico–istituzionale, alla storia sociale.

Entro questa prospettiva, viene riproposta nel sito di Ad Fontes, la rielaborazione di un lavoro della citata Rita Pezzola che era comparso a stampa, con il medesimo titolo, nel «Bollettino storico Alta Valtellina», n. 10 (2007), pp. 49–88. Più precisamente, questa pubblicazione riprende il testo della versione cartacea (con alcuni necessari aggiornamenti, segnalati nello scritto); tuttavia il saggio è stato ripensato e riprogettato in forma ipertestuale, rimodellato in forma navigabile con la possibilità di reperimento – tramite link – di tutti i contributi disponibili online.

In primo luogo, l’obiettivo di questa pubblicazione è quello di favorire la sopra descritta circolazione e l’integrazione di contenuti di ricerca nel sito, con apertura allo scambio e al confronto con la comunità scientifica.
La speranza è inoltre quella di rendere disponibile – insieme alla rielaborazione scaturita dal lavoro di ricerca – anche uno strumento utile per la conoscenza (e quindi l’uso) delle pergamene conservate nell’Archivio notarile di Sondrio. In tale prospettiva, si rimanda in particolare alle tavole inserite nel terzo paragrafo: esse costituiscono un utile strumento di corredo, in forma di ricognizione, relativo alla serie di scritture su membrana che furono versate all’Archivio notarile nel 1833, con consistenza cronologica dal 1339 al 1634. L’auspicio è parimenti quello di dare impulso alla pubblicazione, in Ad Fontes, anche di strumenti di corredo, sia storici sia recenti, che favoriscano l’accesso a fonti ‘nuove’, in vista di un progredire condiviso della ricerca.



La redazione di Ad Fontes



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