Polvere di fiabe

Lorenza Fumagalli

Bormio, Alpina, 2003.

La copertina del libro


Tutti ormai, anche i più piccoli, sanno come nascono i bambini.

Molti di meno saprebbero dire come nascono le storie.
Quelle che si raccontano, la sera, prima di dormire; quelle che si leggono, su tanti piccoli libri ricchi di figure; quelle che si vedono al cinema, o alla tivù.
Ma anche quelle che parlano di noi, della nostra terra, della comunità nella quale oggi viviamo e di cui molte altre persone, prima di noi, hanno fatto parte.

Hanno anche queste storie origine in una qualche pancia: nel ventre di un palazzo o nelle viscere di una antica torre, o al cuore di una chiesa, oppure nell'intimo di una semplice casa.

Si chiamano ‘archivi’, questi luoghi, nascosti e fecondi, dove attecchiscono i semi delle storie, ed è un bel nome. Vuol dire ‘arca’, poiché molte cose là si salvano dal diluvio della dispersione (ricordate Noé?); oppure, nella lingua degli antichi Greci, ‘principio’: inizio, appunto, di ogni storia che sia vera.

Finché stanno là dentro, quegli inizi di storie non sono che frammenti: pezzi di carta o di pergamena, piccoli oggetti, vecchi quaderni sgualciti; hanno fattezze ancora non ben riconoscibili, con scritture antiche e un poco strane.

Poi, eccole uscire alla luce, proprio di là, le nostre storie. Con fatica e travaglio, si capisce, come avviene ad ogni piccolo che lasci il caldo ventre della madre.

Ecco, amico lettore: questo libro che stai per aprire ti racconterà la storia … delle storie.
Aprilo adagio, leggilo piano, bevilo a piccoli sorsi; è tutto da gustare.
Di tanto in tanto, esci all’aria aperta, cammina e guardati intorno: prati e boschi, corsi d’acqua e montagne; e poi case e torri, campanili e palazzi, baite e chiese, piazze e strade e sentieri ….
Rivedrai le cose che da tanto tempo sono sotto i tuoi occhi come fossero nuove. Perché ora, un pò alla volta, anche grazie a queste pagine, ne conosci la storia: sai, dunque, chi sono.

Forse, un giorno, anche tu scriverai una bella storia.
Fin d’ora, volendo, puoi raccogliere i mattoni per costruirla. Difendendo e custodendo ogni cosa e luogo: senza rompere, senza sporcare, senza lasciare cadere in rovina, o disperdere chissà dove le tracce di persone e vicende passate.

Piccole cose, viste dal cielo, ma fanno una storia, la nostra.

E questa Terra: magnifica, veramente.

Saverio Xeres

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